Chiesa a pianta longitudinale suddivisa in una navata centrale e due laterali, a loro volta divise in tre cappelli per lato più due nel transetto destro e sinistro.
Nella zona dell’altare maggiore, abside quadrangolare, sono presenti due ambienti a destra ed a sinistra, probabilmente le sagrestie. La copertura presenta una una volte a botte nella navata centrale e volte a crociera nelle laterali. Nella navata destra si apre un altro ambiente, sede della congrega. A destra dell’altare maggiore è collocato il coro ligneo, divido in due parti; consta di sei stalli per parte divisi da una lesena scanalata. L’unico motivo decorativo è costituito da due grifi che completano il coro su entrambi i lati.
L’altare maggiore in marmo bianco e commesso si presenta nelle tinte giallo serpentino e rosso levanto. Riccamente decorato, ha due puttiai capi-altare, il paliotto ad urna e lateralmente in posizione arretrata, su entrambi i lati lo stemma della congrega dell’A.G.P.
Sotto la volta è affrescata la raffigurazione dell’Annunciazione (1749), opera del pittore Giovanni Cosenza, attivo in Campania intorno alla metà del XVIII secolo. Lavorò per i duchi di Maddaloni nelle cappella Carafa in S. Domenico Maggiore a Napoli.
La chiesa è databile agli inizi del XVI secolo.
Nel 1514 fra Giovanni d’Aloysiis, in una visita pastorale, annota che la chiesa è curata da due cappellani e menziona anche l’esistenza di un “hospitalis” e ben sette cappelle (altari) una delle quali consacrata alla Beata Vergine dell’Annunziata.
Il visitatore elenca sei cappelle, dove vengono celebrate 9 Sante Messe la settimana, e due fogli di suppellettili liturgiche; rileva, nel 1558, che la presenza di due cappellani, don Cosimo Testa e don Giovanni Giacomo Cossa “non sufficiunt”, non sono sufficienti per l’esercizio del culto ed sarcedote, visto che la chiesa ne poteva agevolmente mantenere quattro.
Il 19 novembre del 1753 nella chiesa “collegiata di A.G.P. di Valle fu cantanto un solenne TE DEUM col concorso di tutte le autorità e del popolo in onore del Cavaliere Nerone, Intendente di Caserta, dopo aver preso possesso del feudo di Valle, acquistato da Carlo III.
*Testo di Giulio Di Lorenzo