Cenni storici e territorio
Uno Sguardo Retrospettivo.
Il nome di “Valle” deriva dalla forma concava della litosfera (crosta terrestre), dal latino vallis.
In antico l’abitato di Valle, l’Ager Saticulano, si stendeva nella vasta e fertile pianura Oschito attraversata dall’acquedotto imperiale romano che portava l’acqua “Giulia” dalle sorgenti del Taburno, massiccio dell’Appennino meridionale, alle fedele colonia di Capua.
La sua nascita è legata strettamente alla presenza di un castello edificato su un’altura poco distante dal nucleo abitativo originario in epoca alto-medievale. Il tessuto abitativo del paese presenta perciò la tipica conformazione degli insediamenti medievali, con un percorso principale, l’odierna Corso Umberto I, e delle piccole diramazioni collaterali.
Interessante è il palazzo marchionale di Vico Giglio, XVI secolo, appartenuto alla famiglia di Donna Maria Carolina di Lillo, coniugata con Don Tommaso Antonio Giglio, legale amministratore dei suoi beni.
La storia di Valle ruota per tutto il medioevo attorno alle sorti del castello che a partire dal 1300 e fino al 1500, fu oggetto di passaggi ereditari o “forzati” tra varie dinastie, tra le quali la famiglia catalana dei “de La Rath” e la stirpe francese degli Artois.
Nel 1509 Caterina sposò Andrea Matteo Acquaviva, duca d’Atri. In queste complesse vicende di successione, si inserisce la notizia della vendita, nel 1470, del Feudo di Valle da parte di Francesco della Ratta ad un suo omonimo per la somma
irrisoria di 1500 ducati, al punto da far pensare più ad una donazione che ad una compravendita. Francesco godette per 23 anni del feudo, fino a quando tra lasciti, confische, riscatti e vendite, passò da un Andrada agli Acquaviva (1544), da costoro ai Gaetani Sermoneta (1635) ed infine a Carlo III di Borbone nel 1753.
Tra queste vicende la popolazione vallese tra il XVI ed il XVII sec. passò da 3090 anime (1620) a meno di 500 a causa di una grave pestilenza. L’acquisto da parte di Carlo di Borbone del Feudo di Valle (attuale Valle di Maddaloni), è strettamente correlato alla costruzione del Palazzo Reale nella Città di Caserta. Motivo principale fu la necessità di rifornire il sito reale e la stessa Caserta di abbondanti quantità d’acqua che sarebbe dovuta passare in gran parte per il Feudo di Valle; ciò portò alla costruzione del maestoso Acquedotto Carolino.
Nei secoli XIX e XX, grazie al governo borbonico ed alle abbondanti derrate alimentari prodotte da una popolazione quasi del tutto dedita all’agricoltura, la densità degli abitanti salì da 800 anime a quasi 1200 nel 1840. Il 1º ottobre 1860 fu combattuta la famosa battaglia del Volturno presso i Ponti della Valle, tra le truppe garibaldine, guidate da Nino Bixio, e l’esercito borbonico.
Oggi, a ricordo di questa battaglia, sorge, nelle immediate vicinanze dei Ponti di Valle, un monumento ossario in memoria dei caduti.
*Testo di Giulio Di Lorenzo
Tutti i dettagli e le informazioni aggiuntive sono disponibili nel PDF scaricabile.